Torna l’allarme sul prezzo del grano
Putin ha usato parole di sfida all’Occidente sui carichi di grano provenienti dall’Ucraina: l’accordo per la spedizione della materia prima può saltare? Intanto, i prezzi sono balzati.
Il timore di un’inflazione alimentare insostenibile irrompe, di nuovo, sui mercati. Dopo una breve pausa legata all’accordo sulle spedizioni di grano dall’Ucraina, Putin è tornato a usare toni di sfida su un’altra delle materie prime cruciali per il mondo, così come lo è il gas (quest’ultimo soprattutto per l’Europa).
Il corridoio di spedizione del grano dall’Ucraina non sta aiutando i Paesi più poveri, poiché la maggior parte delle forniture andrà in Europa, ha affermato Putin durante il Forum economico di Vladivostok. In questa cornice, potrebbe valere la pena discutere restrizioni sulle rotte con il presidente turco Erdogan, ha aggiunto.
I commenti hanno innescato un’impennata di quasi il 7% nei futures sul grano di Chicago. Il contratto è aumentato di un ulteriore 0,5% alle ore 11:15 di Singapore di giovedì, in vista della chiusura più alta degli ultimi due mesi. Anche il grano di Parigi è salito. In altri mercati, il mais di Chicago a dicembre è aumentato dell’1,8% a $6,88 e la soia di novembre ha guadagnato fino al 2,4%.
Putin spinge i prezzi del grano: l’accordo può saltare?
Dopo le minacce sul gas, sono arrivate quelle relative al grano, altra materia prima scossa dai nuovi equilibri costruiti dopo l’attacco russo all’Ucraina.
L’accordo di esportazione della commodity, stipulato a luglio e che Putin minaccia di voler cambiare, è stato mediato dalla Turchia e dalle Nazioni Unite. È valido per i primi 120 giorni e i mercati rimangono sensibili a qualsiasi segnale dei politici sul suo futuro.
L’Ucraina è uno dei più grandi caricatori di colture al mondo e la ripresa dei flussi dai suoi porti del Mar Nero ha contribuito ad alleviare i costi globali del grano, anche se molto dipende da cosa accadrà in futuro e da quanto il ritmo di spedizione ripristinato durerà.
“Il mercato del grano è, naturalmente, sensibile a qualsiasi suggerimento che il corridoio potrebbe essere chiuso o, come in questo caso, ristretto”, ha affermato Tobin Gorey, uno stratega agricolo presso la Commonwealth Bank of Australia. “Con l’accordo iniziale che scadrà a novembre, il presidente della Russia sta forse preparando una premessa per un’estensione”, ha aggiunto.
Finora, i raccolti di grano nell’emisfero settentrionale e l’aumento dei flussi della materia prima dall’Ucraina hanno contribuito ad allentare i vincoli di approvvigionamento globale. I prezzi mondiali del cibo sono scesi per il quinto mese ad agosto, offrendo un certo sollievo ai consumatori alle prese con un’aggravante crisi del costo della vita.
Dall’inizio di agosto sono state spedite più di 2 milioni di tonnellate di grano e altri generi alimentari dai porti ucraini, secondo i dati pubblicati dalle Nazioni Unite. Ciò include carichi recenti verso Turchia, Spagna, Cina, Italia e Somalia.
Partendo da questi ultimi dati, Putin ha quindi ribadito che la sua nazione, così come i Paesi poveri, sono stati ingannati, anche se “abbiamo fatto di tutto per raggiungere questi accordi, li rispettiamo e li garantiamo”. Queste parole sono parse come una ennesima sfida all’Occidente.
La Russia sta lottando per esportare il proprio raccolto di grano eccezionale. Le spedizioni di luglio e agosto sono diminuite del 22% rispetto all’anno precedente, nonostante un raccolto maggiore. Le vendite di cibo sono state esentate dalle sanzioni occidentali, anche se alcune banche e spedizionieri restano diffidenti nel fare affari lì.
“Putin non ha alcun interesse a vedere l’Ucraina beneficiare delle grandi vendite di grano in un momento in cui le vendite dal suo paese sono lente a seguito di un grande raccolto”, ha affermato Arlan Suderman, capo economista delle materie prime presso StoneX, con sede negli Stati Uniti.
Ogni fronte, non solo quello militare e del gas, è quindi aperto in questa complessa situazione della guerra in Ucraina. Il grano potrebbe subire ulteriori oscillazioni in caso di nuove minacce sui carichi verso l’Europa o, nel peggiore degli scenari, di una rottura dell’accordo da parte della Russia.
Fonte: https://www.money.it/
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